Una ricetta che mi colloca a pieno diritto nel girone dantesco dei golosi
Quando si dice che le feste hanno un “comando” vuol dire che portano con sè l’inesorabilità dell’esserci ogni anno, portando come bagaglio una lunga serie di rituali che conferiscono ai partecipanti quel senso di sicurezza derivante dalle ripetizioni.
L’abitudine è un caldo conforto, ma anche un’arma a doppio taglio, siàtene consapevoli!
Molti di voi avranno ricette tradizionali della pastiera, regina della Pasqua, specchio pagano e religioso dei riti dell’abbondanza associati al risveglio della natura, riversatisi poi nella resurrezione del Cristo. Da quelle ricette non ci si discosta, proprio perchè fanno parte del rito, e ripetendosi sempre uguali, custodiscono la garanzia di una sicura riuscita.
Ma considerando che nemmeno il sangue di San Gennaro si scioglie tutti gli anni, possiamo assumere che non v’è certezza assoluta. (Sì, sto preparando il terreno per una variante che non offenda i puristi!)
Leggendo e studiando le ricette di molti, (alcune sono blogger che stimo molto), tutti si scusano per aver cambiato la ricetta, per aver osato la pastiera al cioccolato.
Come spesso accade, però, ci si scusa per il peccato sbagliato. Lo si fa sempre per aver stravolto la classica pastiera napoletana, quella che ha così tanti simboli dentro, cha alla fine finisci sempre per dimenticarne qualcuno e urlare – Noooo! Non è originale! – io ad esempio fallisco sempre il numero delle strisce, non sono mai 7, come vuole la tradizione che prende numero e forma dalla planimetria delle strade del centro storico di Napoli.
Comunque resta il fatto che ho molto peccato. Non per non aver onorato la città del mio cuore: Napoli.
Il mio peccato è la gola, e pecco celebrando Dante a modo mio, anche se il cioccolato è gola e lussuria assieme, quindi sono una doppia peccatrice.
Ho fatto la pastiera al cioccolato e non me ne pento, perchè è semplicemente divina!
Cacao nella frolla, cacao e gocce di cioccolato fondente nel ripieno assieme ai classici ingredienti che ben potete immaginare. Di questo binomio in “total black” devo ringraziare l’intervento persuasivo di Cinnamon Lady, alla quale ho chiesto consiglio con una domanda da insicura – ” Non sarà mica troppo il cacao sia nella frolla che nella farcia?” – Il suo no aveva un tono che descrivervi non so. Dunque ho deciso all’istante.
Vi avverto. È un peccato anche farsela sfuggire!
Ingredienti per la frolla:
- 320 gr di farina
- 30 gr di cacao amaro in polvere
- 125 gr di zucchero di canna fine
- 2 uova
- 125 gr di burro
- 2 cucchiaini di lievito
Setacciate la farina su una spianatoia, aggiungete il cacao, lo zucchero fine, il lievito e praticate un incavo al centro in cui metterete il burro a tocchetti e le uova sbattute.
Lavorate gli ingredienti finchè non formeranno una palla omogenea, se necessario infarinate leggermente le mani a metà lavorazione e lasciate la frolla al cacao riposare in frigo per mezz’ora, avvolta da pellicola. La frolla resta comunque abbastanza malleabile.
Nel frattempo preparate la farcitura.
Per il ripieno:
- 400 gr di grano cotto
- 200 ml di latte
- 50 gr di burro
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- 500 gr di ricotta
- 180 gr di zucchero di canna fine
- 3 cucchiaini di aroma ai fiori d’arancio
- 4 uova
- 2 tuorli
- 20 gr di cacao amaro in polvere
- 100 gr di gocce di cioccolato fondente
- 70 gr di canditi a vostro piacere (io aloe)
- la scorza grattugiata di 1 arancia biologica
In un pentolino capiente mettete il grano sgocciolato, il latte, il burro e la vaniglia portando a ebollizione finchè il liquido si sarà assorbito. Fate questa operazione a fiamma dolce, girando spesso per non far attaccare il grano al fondo del pentolino. Spegnete quando il liquido sarà assorbito, ma non troppo secco, il grano deve essere cremoso. Lasciate raffreddare completamente.
In una ciotola capiente mescolate la ricotta con lo zucchero, i fiori d’arancio, il cacao, la scorza grattugiata d’arancia, le uova e i tuorli. Amalgamate bene il tutto con una frusta manuale. Aggiungete il grano raffreddato (mi raccomando, ben freddo), le gocce di cioccolato e i canditi. Mescolate il tutto e preparate la teglia.
Imburratela e infarinatela, ma sceglietene il diametro con cura.
Potete usare una teglia grande da 26 cm di diametro con tante strisce da mettere sulla sommità, oppure ricavare due pastiere, come ho fatto io, una da 18 cm e l’altra d 22, con poche strisce ma assolutamente sufficienti.
Stendete la frolla sul piano di lavoro con un velo di farina, mezzo centimetro sarà lo spessore giusto, foderate la teglia e ricavate le strisce. Riempite col ripieno lasciando 3 o 4 millimetri dal bordo.
Infornate a 180 gradi, in forno già caldo, per circa un’ora e 10 minuti. Mangiate la vostra pastiera dopo 24 ore, quando frolla e ripieno avranno imparato a conoscersi e saranno già in pieno sodalizio.
Buona Pasqua, Liz.
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