Se hai un giardino, un orto, un terrazzo, possedere un albero o un alberello di limoni ti salva la cena, il pranzo, la colazione, ogni momento della giornata. Se pensiamo alla quantità di occasioni in cui ci è utile del succo di limone, della buccia o entrambe le cose finiremmo per fare un elenco lunghissimo, e comprendendo anche utilizzi casalinghi e non puramente culinari la lista si allungherebbe di molto. Ergo: se dovessi partire da zero, se all’improvviso mi trovassi ad azzerare tutto quello che possiedo nell’orto o in giardino, comincerei a ripopolare il mio angolo verde proprio dal limone.
Per puro divertimento, e anche perché credo sia un esercizio che racconti molto di noi e del nostro vissuto inconscio, mi sono provata a fare una sorta di stream of consciousness: se dico limone, quali sono le prime cose che ti vengono in mente? La chiave per la buona riuscita dell’esercizio è non pensarci troppo, devono essere le prime cose, sul serio, perché il flusso di pensieri può davvero stupirci e riportare alla memoria ricordi difficili da ripescare a comando. Se è vero che i sapori e i profumi sono intrecciati con nodi stretti alla memoria, sarà interessante.
Vediamo che succede, l’idea mi diverte.
Il gelato al limone che mangiavo da bambina, comprato al bar vicino casa, era artigianale, buonissimo, e se Alfredo, il gelataio, non era attento, potevi trovarci anche qualche semino, a riprova della genuinità del prodotto. Lo prendevo sempre in coppetta, abbinato al cioccolato. Il contrasto tra il citrico e aspro del limone e il gusto pieno, dolce, rotondo del cioccolato era divino e lo è tuttora. Forse qui ho gettato le basi per il mio amore verso gli abbinamenti!
La canzone Gelato al limòn di Paolo Conte, un artista che amo per l’immaginario che ha saputo costruire nei suoi testi. Il limone sulle Fragole buone buone di Carboni, ma anche Lemon degli U2, pezzo che ho sempre amato in un album storico come Zooropa.
Il limone di oggi, nel cesto della frutta in cucina, sempre presente per il tè della mattina e per acidulare l’acqua in cui tengo a bagno i carciofi mentre li pulisco. Ora è tempo di carciofi tardivi, è bene che non manchi.
Il limone della tarda adolescenza e dei primi anni d’Università, quello con azucar e cafè da stritolare forte con le labbra quando si beve uno shot di tequila.
Il limone dei film americani; in cui c’è sempre qualche bambino di fronte agli ordinati vialetti delle zone residenziali, che con una sgangherata struttura di legno propina ai vicini limonata in una grossa boccia di vetro. Esisteranno sul serio? Questo non l’ho mai capito.
Chissà quanto altro ci sarà da ricordare più nel profondo. Ma va bene così.
Sul mio generoso albero di limoni adesso ci sono frutti maturi, fiori aperti assediati dalle api e fiori in boccio che aspettano di schiudersi da un giorno all’altro. I fiori di limone sono bellissimi, carnosi, bianchi all’interno e con venature rosee all’esterno dei petali. Il profumo è inebriante e se non fosse per la quantità di api che banchettano tra i rami, ci affonderei volentieri il viso.
Visti i tempi, e visto che è l’unico frutto che attualmente ho nel mio piccolo ecosistema, non mi restava altro che celebrare i limoni con una torta dal sapore importante, non “al gusto di” ma intensamente al limone. Quindi l’ho frullato per intero nell’impasto, senza paura, togliendo i semini, aggiungendo un po’ di zucchero in più e preparando una glassa ai mirtilli neri che ha assunto un bel colore vinoso, bordeaux intenso. Ne ho preparata tanta, così da aggiungerla sulle singole fette al momento di servirla, con tè verde o nero senza aromi o con un limoncello casalingo ghiacciato. Non vi nascondo che è buonissima anche sullo yogurt bianco o sul gelato al fiordilatte.
Questa torta è ottima, ma è dedicata innanzitutto agli impavidi amanti degli agrumi, quelli che non hanno paura di sentire tutta la forza dell’asprezza racchiusa nei limoni, quelli che ne mangiano uno spicchio, strizzano gli occhi e il naso e poi rilasciano il viso un’espressione di piacere.
É una torta dal gusto cazzuto, ma è anche dolce, solo che non lo è al primo impatto. Molte persone sono così, non vedo perché non debbano esserlo anche i dolci!
Pan di limone con glassa ai mirtilli
Equipment
- 1 Ciotola capiente
- 1 Ciotola piccola
- 1 Fruste elettriche
- 1 Frusta manuale
- 1 Colino
- 1 Tortiera a cerniera del diametro di 20 cm
- 1 Frullatore
Ingredienti
- 200 gr limoni biologici
- 200 gr farina 00
- 200 gr zucchero semolato
- 70 ml olio di semi di arachide
- 2 uova grandi
- 1 bustina lievito per dolci
- 1 cucchiaio estratto naturale di vaniglia oppure i semini di mezzo baccello
- 1 pizzico di sale
Per la glassa ai mirtilli
- 60 gr mirtilli freschi
- 125 gr zucchero al velo
Istruzioni
- Lava e asciuga il limone. Taglialo in 4 parti e togli gli eventuali semi.
- Metti il limone in pezzi, completo di buccia, nel bicchiere di un frullatore assieme all'olio di semi. Frulla fino ad ottenere una purea fine.
- Trasferisci la purea dal frullatore in una ciotola capiente e aggiungi zucchero e uova, mescolando con le fruste elettriche. Prosegui unendo la vaniglia e il sale.
- Ora metti da parte le fruste e incorpora i secchi ai liquidi partendo dalla farina setacciata e addizionata al lievito, mescolando con un cucchiaio.
- Mescola l'impasto fino ad amalgamarlo perfettamente e accendi il forno a 170 gradi. Versa l'impasto in una tortiera a cerniera dal diametro di 20 cm, imburrata e infarinata. Cuoci per circa 45 minuti.
- Fai la prova stecchino prima di spegnere il forno. Se mettendo uno stecchino al centro del dolce e tirandolo fuori lo trovi umido, dovrai continuare la cottura ancora per un po', se lo trovi asciutto, la torta è pronta.
- Attendi che la torta si freddi completamente prima di toglierla dalla tortiera e nel frattempo prepara la glassa ai mirtilli.
- Frulla i mirtilli e setacciali con un colino, raccogliendo polpa e succo passati dalle maglie in una ciotola piccola.
- Aggiungi lo zucchero al velo e mescola energicamente con una frusta manuale. Usa la glassa sulla superficie della torta raffreddata.
Alla prossima ricetta, Liz.
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