Una vera istituzione in Argentina e in tutto il sudamerica, nella variante più popolare

Gli Alfajores sono il dolce argentino più famoso in patria e all’estero. Si tratta di un ricco biscotto burroso, accoppiato e ripieno di dulce de leche (dolce di latte), praticamente la crema spalmabile nazionale, preparata con tanto latte e zucchero al seguito di un’ebollizione lentissima, che lo trasformerà in una massa di delizioso e profumato mou. Sì, per gli argentini è quello che per gli italiani è la Nutella!
Se non avete mai provato il dulce de leche preparatevi ad un grande orgasmo palatale, e se vi state crucciando sul dove trovarlo, sappiate che è ormai molto popolare e facile da reperire al supermercato, in genere accanto al burro d’arachidi, in quella zona estremamente tentatrice popolata dalle creme spalmabili internazionali.
Gli Alfajores, però, tradiscono delle radici arabe, secondo cui il nome derivi da Al-hasù, che significa ripieno. Possiamo dunque immaginare ricche farciture di miele e frutta secca, sia a guscio che molle, tracciando una traiettoria immaginaria che portò gli arabi in Spagna, influenzando la loro cultura culinaria, e poi da lì dilagando in tutto il sudamerica con le dominazioni spagnole. Esiste, infatti, una versione degli Alfajores spagnola, tipicamente natalizia, con miele e frutta secca, decisamente diversa dalla più conosciuta versione argentina.
Anche in Argentina, però, fioccano le varianti, a seconda delle regioni o anche delle città.
Ci sono gli Alfajores de fruta, ripieni di confettura di mele cotogne e ricoperti di fondente di zucchero, gli Alfajores de Mar de Plata, con impasto al cacao, ripieni di dulce de leche e ricoperti di cioccolato fondente, al latte o bianco, gli Alfajores de Santa Fè, con triplo strato di biscotti (però più sottili), dulce de leche e ricoperti con glassa di zucchero, gli Alfajores cordôbeses che contengono vodka nell’impasto.
Avrete inteso che ci sono varianti locali e varianti nazionali, ma gli Alfajores restano il dolce più importante se volete assaggiare una prelibatezza argentina.


Alfajores argentini di maizena
Equipment
- 1 sbattitore elettrico
- 1 Ciotola dai bordi alti
- 1 spianatoia
- 1 matterello
- 1 taglia biscotti rotondo del diametro di 6/8 cm
- 1 teglia da biscotti
- carta da forno
Ingredients
- 110 gr burro ammorbidito
- 75 gr zucchero
- 2 tuorli grandi (oppure 3 piccoli)
- 150 gr maizena (amido di mais)
- 100 gr farina 00
- 4 gr lievito per dolci
- 1/2 limone (scorza grattugiata)
- q.b. gocce di essenza al rum
- 250 gr dulce de leche
- 1 pizzico sale
- q.b. cocco grattugiato
Instructions
- Con l'aiuto dello sbattitore elettrico monta burro e zucchero fino ad ottenere una massa soffice e ariosa.
- Incorpora i tuorli uno alla volta.
- Aggiungi la scorza di limone grattugiata finemente e 3 o 4 gocce di essenza al rum. Se non hai il rum (che consiglio caldamente), puoi sostituire coi semi di mezza bacca di vaniglia.
- Prosegui con gli ingredienti secchi: farina, maizena, lievito e sale. Ammassando il tutto su una spianatoia fino a formare una palla liscia e malleabile. Data la presenza della maizena il colore tende ad essere molto chiaro quasi bianco.
- Lascia riposare la frolla per 30 minuti in frigo.
- Trascorso il tempo necessario stendi la frolla col matterello tra due strati di carta da forno, poichè la consistenza della frolla resta friabile anche se morbida.
- La frolla degli "alfajores de maicena" è piuttosto spessa, stendila dai 6 agli 8 mm. Ricava col taglia biscotti quanti più dischi puoi, ricordando che devono accoppiati.
- Sistema i dischi di frolla delicatamente su una teglia per biscotti foderata di carta da forno e lasciali riposare per altri 30 minuti in frigo, così non si deformeranno in cottura.
- Inforna a 180 gradi per 15 minuti, non di più. Non devono dorare troppo altrimenti risulteranno duri.
- Sforna i biscotti senza toccarli finchè non saranno completamente freddi, da caldi sono estremamente fragili.
- Accoppia i biscotti da freddi e farciscili con un cucchiaino abbondante di dulce de leche. Passa l'esterno dei biscotti nel cocco grattugiato, che aderirà alla crema.
Notes


Un ricordo d’infanzia
Per quanto riguarda me, gli Alfajores e il dulche de leche sono un ricordo d’infanzia. D’estate passavo diversi giorni in campagna da mia nonna e spesso tornavano gli zii dall’Argentina con questi meravigliosi biscotti (nella variante Mar de Plata perchè provenivano da lì) e diversi barattoli di dulce de leche. Le giornate erano scandite dallo stare assieme e godersi la natura e gli animali, mangiare i cibi dell’orto e giocare a lungo a carte. Poi c’era il giorno delle Empanadas, nonna e zia Ida ne preparavano a ceste e si mangiavano a colazione, a pranzo e a cena.
L’emigrazione da parte di madre ha preso l’onda del sudamerica, quella da parte di padre del nordamerica, e ho avuto la fortuna di affinare il palato con cibi di diversa nazionalità fin da piccola, è una ricchezza che mi porterò sempre in tasca, assieme al desiderio di viaggiare.
Qualche dritta per dei buoni Alfajores de maicena
L’impasto deve essere pallido, non deve scurirsi ne’ brunire, quindi cuocete i biscotti dai 12 ai 15 minuti al massimo.
Lo spessore è importantissimo, se li fate sottili rischiano di brunire troppo e di diventare immediatamente “cileni” (la variante cilena è croccante e sottile e spesso ha tre biscotti e due strati di dulce de leche), quindi attenetevi ad uno spessore dai 6 agli 8 mm (anche di più). Per il diametro ho optato per una via di mezzo, sempre utile: 8 cm.
L’impasto da crudo è molto chiaro, malleabile e compatto, ma alla stesura risulta friabile e facile a rompersi. Questo è dovuto alla maizena, in quantità quasi doppie rispetto alla farina. Ecco perché ho deciso di stendere la frolla tra due fogli di carta da forno, per poterla muovere in sicurezza ed evitare che si attacchi alla superficie della spianatoia.
Per la stessa ragione di cui sopra, quando sfornate i biscotti non toccateli fino al completo raffreddamento.
Nell’impasto è prevista qualche goccia di essenza di rum. Ha senso. Se potete non omettetela perché quel sentore di rum, col profumo di burro e il sapore del dulce de Lecce, è in completo accordo. Se proprio non lo gradite, sostituite con semi di vaniglia di buona qualità.
Generalmente questa variante si rotola nel cocco grattugiato, se non vi piace o non lo avete in casa, potete ometterlo senza drammi.
Alla fine, seguendo questi semplici suggerimenti, avrete dei biscotti leggermente croccanti, intensamente burrosi e inebrianti. Si dice che si gustino al meglio il giorno dopo, quando il biscotto avrà leggermente assorbito l’umidità della crema. Confermo, è così.
Conservate i biscotti in frigo in un contenitore ermetico.

Alla prossima ricetta, Liz.
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