Nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno, vi aspetta l’imponente Certosa di San Lorenzo, tra i più grandi monasteri d’Europa.
La Certosa di San Lorenzo, conosciuta anche col nome di Certosa di Padula, dal nome del borgo che si erge sulla collina prossima alla costruzione è stata la casa dei monaci certosini per secoli, e nei secoli ha assunto l’aspetto attuale, diventando un vero e proprio monumento e un gioiello architettonico che ha pochi eguali.
Nel 1998 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e vanta diversi primati.
- Certosa più grande d’Italia
- Prima Certosa della Campania
- Certosa col chiostro più grande del mondo (15000 m²)
- In Certosa si prepara la frittata più grande del mondo, la Frittata dalle 1000 Uova
Attualmente molte sale sono in restauro e interdette alle visite, ma resta comunque uno scrigno di tesori da non perdere, nella speranza che ambienti come la Biblioteca, lo scalone ellittico e le celle dei monaci di clausura siano presto aperti al pubblico.
Cosa troverete all’ingresso
Una volta varcato il portone, si entra nella grande corte esterna. Sul lato destro si può accedere alla zone dei “conversi” che si occupavano della foresteria. Di fronte, la sontuosa facciata d’ingresso dei monaci di clausura.
Troverete, accanto all’ingresso, una struttura in ferro grande e bizzarra. Si tratta di un’enorme padella a carboni ardenti, che serve nei giorni dell’8, 9 e 10 agosto per rievocazione della leggendaria frittata dalle 1000 uova, che fu fatta proprio in Certosa.
La storia narra così: Carlo V, dopo aver sconfitto il 4 luglio 1535, a Tunisi, in una sanguinosa battaglia l’ammiraglio ottomano, Khayr al-Din (detto Barbarossa), sbarcò in Italia a Reggio. Acclamato dal popolo, lungo la strada del ritorno fece varie soste. Il 10 agosto del 1535 giunse a Padula dove decise di fermarsi nel monastero certosino. Questo episodio fu descritto dettagliatamente per la prima volta nel 1640 dal sacerdote nonché scrittore Camillo Tutini. L’Imperatore e il suo esercito apprezzarono molto l’accoglienza dei monaci, al punto da sostare nel cenobio certosino per ben due giorni. Si adattarono subito alle abitudini monastiche del luogo, infatti, si astennero dal consumo della carne, rinunciarono ad ogni forma di lusso, alloggiarono in una cella come i monaci certosini. Carlo V però ebbe un vezzo, fece sostituire la paglia con un materasso e le lenzuola di lana con quelle di lino. La colazione gli fu servita nelle cantine, dove il cuoco preparò, insieme ad altre cose, anche un piatto insolito, un’enorme frittata fatta con mille uova, in grado di saziare tutto l’esercito di re Carlo. Carlo compiaciuto per l’ospitalità ricevuta, decise di assegnare alla comunità monastica ulteriori privilegi.
I granai e il lavoro dei conversi
La zona dei granai e della foresteria erano luoghi di lavoro per i conversi, quei frati laici che ancora non avevano fatto voto di clausura e che prestavano servizio ai lavori di fatica del convento. In queste zone della Certosa, esterne al perimetro, si potevano avere contatti con il mondo esterno, commerciando o donando ai poveri, che, numerosi, si affacciavano a mendicare del cibo alle porte della Certosa, venendo puntualmente aiutati.
Il Chiostro della Foresteria
Rimaneggiato nel ‘500, il chiostro si sviluppa su due piani: quello a terra con un porticato che circonda la fontana centrale in marmo, e il secondo interamente affrescato. Qui alloggiavano le personalità importanti in visita alla Certosa.
Dal Chiostro della Foresteria, inoltre si accede alla magnifica Chiesa di San Lorenzo, ed è possibile anche ammirare la Torre dell’Orologio.
La chiesa di San Lorenzo
La chiesa, sontuoso esempio del Barocco Napoletano, è suddivisa in un ingresso, dove potevano sedere i conversi nei propri cori laterali, un cancello che li separa dall’altare maggiore coi Cori dei Padri. Queste due aree della Chiesa sono valicabili attraversando quattro cappelle laterali: la Cappella di San Giovanni Battista, la Cappella derll’Ecce Homo, la Cappella del Crocifisso e la Cappella delle Sante Reliquie.
Un tempo, le pareti di questa Chiesa erano adornate da numerosi dipinti, saccheggiati dai francesi in periodo napoleonico, quando la Certosa fu espropriata ai monaci. In questo periodo fu saccheggiata anche la biblioteca e molte opere andarono perdute.
La cucina
Uscendo dalla Chiesa si passa attraverso il piccolo Cimitero Antico, con le sepolture a terra e senza lapidi, tipiche dell’Ordine Certosino, i quali fanno eccezione solo per la Cappella del Fondatore che custodisce il sepolcro di Tommaso Sanseverino, fondatore, appunto, della Certosa di San Lorenzo.
Si passa, inoltre dal refettorio, ove i monaci consumavano i loro quotidiani pasti frugali.
Nonostante la loro proverbiale frugalità, i Certosini erano ottimi cuochi, dediti al consumo di ortaggi, uova, formaggi, pesce, ma non di carne. Spesso cucinavano per chi era in visita al monastero o durante le feste, e si trovavano a farlo per un gran numero di commensali, da qui la necessità di avere una cucina ampia con diversi forni. Spesso e volentieri, però, i forni, cuocevano giusto i pani, poichè la dieta dei certosini era sovente composta da pane e acqua.
La cucina della Certosa è ampia e spaziosa, dominata da un grande fornello centrale con una maestosa cappa.
Cella del Priore
Il Priore è guida e capo della Certosa, tutto fa riferimento a lui ed egli ha diversi poteri. Nella Certosa di Padula la “cella” del Priore è in realtà un vero e proprio appartamento con diverse stanze ampie e un affaccio porticato con affreschi che sfocia in un piccolo giardino all’italiana. il Priore, nella sua “cella” ha anche una piccola cappella in cui pregare.
La scala elicoidale
La Scala Elicoidale è una delle opere più belle dell’intero monumento: è composta da trentotto gradini monolitici che, aprendosi a ventaglio, conducono dolcemente all’antisala della biblioteca. E’ una scala in pietra, raccordata unicamente da un cordolo ricavato negli stessi scalini, culminante in una balaustra anch’essa in pietra. Di autore ignoto, risalirebbe alla metà dei XV sec.
Come dicevo all’inizio del reportage, la scala è percorribile da 5 persone alla volta, ma attualmente è chiusa a causa dei lavori di restauro della Biblioteca. La scala Elicoidale è la scala più bella e delicata che abbia mai visto!
Chiostro Grande e Cimitero Nuovo
Il Chiostro Grande della Certosa di Padula ci regala un colpo d’occhio meraviglioso, con due ordini di portici e 84 archi. Il primo piano fu costruito tra la metà del ‘500 e la metà del ‘600 e il piano superiore nel ‘700. Tutt’intorno ai portici ci sono le porticine che danno alle celle di clausura dei monaci, e si accede al secondo piano tramite il magnifico Scalone Ellittico chiuso da una torre ottagonale. Quest’opera risale alla fine del ‘700 realizzata da Gaetano Barba, allievo di Vanvitelli, architetto della Reggia di Caserta.
In questo chiostro vastissimo, il più ampio del mondo, per l’esattezza di 15.000 metri quadrati, sorge anche il Cimitero Nuovo, sempre con sepolture senza lapide e a terra, delimitato da una balaustra sormontata da teschi.
Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale
All’interno della Certosa è situato anche questo museo piccolo ma ricchissimo di reperti, provenienti dal Vallo di Diano, Sala Consilina e Padula. Si tratta in gran parte di arredi funerari, vasellame, e diversi capitelli rinvenuti in zona. Molti reperti sono davvero bellissimi e in ottimo stato. Si può accedere al museo con lo stesso biglietto d’accesso per entrare alla Certosa, del costo attuale di 8 euro.
Al prossimo viaggio, Liz.
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