Quando viaggi sai cosa chiedere ad una città, sai cosa vuoi scoprire e sai perché stai viaggiando. Se sei alla ricerca di una città che sappia coniugare bellezza, arte, storia, buon cibo, locali che ti permettono di bere in compagnia anche fino a tardi, Pisa è perfetta per te.
Scegli Pisa per un week end lungo. La ragione é presto detta: oltre alla magnificenza di Piazza dei Miracoli, patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1987, c’è molto di più. É probabile che dopo un lungo week end vi sia sfuggito ancora qualcosa, perché Pisa la ghibellina, la grande Repubblica Marinara, nasconde decine e decine di sorprese… ma dopo tre giorni intensi, seguendo il percorso che ho fatto, avrete di certo visto molto.
PIAZZA DEI MIRACOLI
Volevate davvero non cominciare da qui? Da quello che é non solo il simbolo della città, ma anche, per molti nel mondo, il simbolo dell’Italia intera, superato soltanto dal Colosseo.
Qui, infatti sorge la vera star, la Torre di Pisa, ovvero la torre campanaria del Duomo. Difficile descrivere la sensazione che si impossessa della gente alla vista di Piazza dei Miracoli, toglie il fiato, allarga le pupille e gli angoli delle labbra e ti avvolge nella vertigine della pendenza della torre, impressionante dal vivo.
C’è un’operazione che vi consiglio di fare prima di partire: comperate i biglietti per visitare il Duomo, la Torre, il Battistero e il Camposanto già da casa. Avventurarsi in lunghe file vi farà perdere tanto tempo prezioso, oltre ad essere una delle cose più estenuanti che possono accadere quando si è in viaggio. Avere già il vostro biglietto in tasca (ovvero sul telefono) vi farà affrontare la visita con l’umore giusto e godrete di tutta la bellezza che un occhio umano può sostenere entrando nei luoghi più belli del mondo, freschi come delle rose di giardino.
UNO SGUARDO ALL’INTERNO DEL DUOMO
IL CAMPOSANTO
In piazza dei Miracoli sorge anche il Camposanto Monumentale, un cimitero all’interno del quale sorgono sepolture di uomini illustri e importanti esponenti del clero. É, inoltre, un bellissimo chiostro gotico che custodisce statue funerarie di pregevole fattura, affreschi e un nutrito reliquiario.
MUSEO DELL’OPERA DEL DUOMO
Merita di essere visitato anche il Museo, che si trova sempre in piazza. Il percorso espositivo è affascinante e ci permette di ammirare da vicino molte statue rimosse dai monumenti sacri, ma anche pregevoli lavori d’intaglio ligneo e paramenti liturgici, nonché trofei conquistati nei secoli dalla città. Vi assicuro che è da non perdere!
IL LUNGARNO
Una doppia passeggiata lungo l’Arno, sia di giorno che di sera, è d’obbligo. Sia per la bellezza che ci regala, sia per ciò che possiamo visitare lungo le sponde.
Dalla foto potete ammirare Palazzo Blu, uno spazio d’arte espositiva che spicca magnificamente in netto contrasto coi colori degli altri palazzi che si affacciano sul fiume.
Attualmente a Palazzo Blu, fino al 26 Febbraio 2023, si può ammirare la mostra dedicata ai Macchiaioli, curatissima e molto completa, vi farà immergere in un’Italia fatta al contempo di delicata poesia rurale e di strenui ideali. Ci vorranno circa un paio d’ore per visitarla tutta e ne vale assolutamente la pena!
Uscendo dalla mostra e proseguendo il cammino sui Lungarni troviamo Santa Maria della Spina, una chiesa gotica molto piccola, apparentemente posta in un luogo davvero inconsueto. A chi la guarda sembra proprio che ci si trovi di fronte ad una cattedrale gotica rimpicciolita da chissà quale magia. Santa Maria della Spina, deve il suo nome al fatto che un tempo custodì una reliquia straordinaria: una spina che faceva parte della corona indossata da Gesù al momento della crocifissione, portata nella chiesa nel 1300.
PISA: DUE MURI IMPORTANTI
Il primo non è propriamente un muro, ma si tratta delle mura medievali della città, visitabili da Piazza dei Miracoli con un piccolo biglietto di 5 euro. Un bella camminata di circa tra chilometri che bisogna fare, ammirando l’antico perimetro di Pisa che termina in prossimità del Lungarno.
Il secondo è proprio un muro e ospita un’opera speciale: Tuttomondo di Keith Hering. Realizzata nell’89, fu l’ultima opera pubblica di Hering e l’unica che abbia un titolo. I bellissimi colori tenui del murale furono scelti con cura per rispettare i colori naturali dei palazzi della città, che l’artista, scomparso prematuramente nel 1991, amava molto. É stato davvero emozionante trovarmi di fronte ad un “Hering originale” di questa grandezza!
PIAZZA DEI CAVALIERI
Dopo Piazza dei Miracoli è la seconda per importanza. Riprogettata dal Vasari è la sede di molti palazzi e della Chiesa di Santo Stefano, cui è dedicato l’ordine dei Cavalieri che intitola la piazza.
Qui c’è la sede della Scuola Normale di Pisa, ovvero Palazzo della Carovana, ma è di grande interesse soffermarsi su Palazzo dell’Orologio, un edificio che incorpora una torre antica. Fin qui nulla di strano, ma quella torre era la tristemente famosa Torre della Fame, dove il Conte Ugolino della Gherardesca coi figli e i nipoti fu rinchiuso e lasciato morire di fame. La sua vicenda non potrebbe essere più conosciuta di così grazie ai versi a lui dedicati da Dante nella Divina Commedia, in cui, se ricordate bene, narra che preso dalla disperazione causata dalla fame, ebbe il coraggio di mangiare i suoi figli.
PISA E I SUOI DOLCI
Pisa mi ha fatto scoprire ben due dolci della città:
• Torta co’ bischeri – Crostata ripiena di riso, cioccolato, canditi, pinoli e circondata dai “bischeri”, che sono gli spuntoni di frolla che circondano la crostata.
• La Pisanina – Dolce formato da due dischi di sfoglia e ripieno di pasta di mandorle e mandorle con la pelle tritate grossolanamente.
Gli altri dolci sono tipici di tutta la Toscana, e alcuni sono diventati di uso comune in tutta Italia. Potete notare come sia consueto l’utilizzare il riso nei dolci, marchio di fabbrica delle dolcezze casalinghe toscane.
• Budino di riso – Cestino di frolla ripieno di riso e crema pasticcera. Davvero sublime.
• Cantuccini al Vin Santo – D’obbligo a fine pasto. In trattoria ci hanno servito una piccola selezione, tra cantuccini classici, con mandorle, con pistacchi e al cacao.
• Panforte – Un capitolo a parte meriterebbero i dolci Natalizi toscani, che sono ormai diventati prerogativa di tutta Italia. Molte delle specialità sono di origine senese, ma oramai appartengono a tutti. Assaggiare un pezzo di Panforte artigianale, però, è tutta un’altra storia rispetto a quelli che possiamo acquistare al supermercato.
DOVE HO PRANZATO
La cucina toscana è magnifica. Con le sue radici povere e contadine, riesce in realtà a coniugare nella sua tradizione piatti di pesce, carne e ottimi salumi, rivelando una ricchezza invidiabile e un’eccellenza di materie prime davvero vastissima.
Nei pochi giorni che ho trascorso a Pisa ho provato una piccola parte dell’immensa bontà della sua cucina: ecco cosa ho mangiato!
• Pappa al pomodoro – Piatto povero di un tempo fatto con pane sciocco ammollato e condito col pomodoro in salsa, con base di soffritto classico italiano. Un piatto da Re per il suo gusto sorprendente, soprattutto se impreziosito da un giro di olio toscano di crudo.
• Tagliatelle al pesto di Stelio – Alla @trattoriadastelio mi sono sentita a casa e ho avuto il privilegio di assaggiare piatti casalinghi cucinati come se si fosse in famiglia.
Da Stelio sono tornata due volte, affrontando la lunga fila che c’è sempre all’ingresso e sono felice di essere stata tenace!
• Salsiccia toscana – Semplice, alla piastra, accompagnata da un piatto di insalata mista, per sentire tutto il suo sapore.
• Ravioli di cavolo nero con ragù bianco d’agnello – Il cavolo nero è un’istituzione nella cucina toscana e va assaggiato innanzitutto nella ribollita (una delizia quasi poetica), poi anche in piatti più sofisticati. Mi sono concessa, pur restando nella tradizione, una piccola incursione gourmet all’Osteria la Mescita.
• Salumi di cacciagione – La carne di cacciagione è un altro vanto della cucina toscana, come del resto anche i salumi. Unendo questi due aspetti, ne viene fuori una selezione speciale di salume affumicato d’oca (il mio preferito), salume di daino, salsiccia di cinghiale e schiacciata di cinghiale. E qui il vino scorre a fiumi…
• Panino al lampredotto – Ho avuto il piacere di assaggiare un’istituzione del cibo da strada toscano: panino con il quarto stomaco bovino, stufato a dovere e ricco di sughetto e salsa verde da @iporcicomodipisa
• Panino con salsiccia cruda toscana – Divino!
• Cacciucco alla livornese – Torno da Stelio per un esperienza intensa e ricca di gusto. Un Cacciucco casalingo delizioso con ogni ingrediente pronto a sciogliersi in bocca, tutto adagiato su una fetta di pane all’aglio abbrustolita. Un dovere dopo il Cacciucco, l’immancabile Ponce. Portato anticamente dai marinai inglesi, è stato modificato dai marinai livornesi aggiungendo il caffè espresso. Ritemprante e, come hanno sostenuto tutti in trattoria, digestivo.
• Pici all’aglione – Primo toscano d’eccellenza che vede il suo formato di pasta più rappresentativo condito con un sugo di pomodoro all’aglione, un prodotto tipico che non è altro che un aglio gigante che non lascia il suo tipico retrogusto in bocca. Viene infatti chiamato anche “aglio del bacio”. Ne ho comprato uno al mercato, è il mio trofeo di viaggio e lo pianterò per poterlo coltivare.
- Per un buon calice di vino e qualche prelibatezza per accompagnarlo L’AVVELENATA – VINI E VINILI
- Per scoprire la buona cucina di una volta in un locale storico TRATTORIA DA STELIO (aperta solo a pranzo)
- Per dell’ottimo cibo tipico di strada e salumi toscani tradizionali I PORCI COMODI
Al prossimo viaggio, Liz.
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