Un modo alternativo per baciare il pane senza buttarlo
Purtroppo non ricordo dove vidi per la prima volta il gesto di baciare il pane prima di buttarlo, nè chi lo fece. Ha di certo radici profonde, che si diramano nella povertà, dove buttare il pane, simbolo per eccellenza del nutrimento, era un gesto contiguo al peccato. Mi rimase però tanto impresso da non poterlo dimenticare. Chi mi ha veicolato questo messaggio, evidentemente, era a contorno della cosa più importante: il gesto.
Mi è capitato di baciare il pane diverse volte, prima di buttarlo, e l’ho fatto non vista, di nascosto, forse mi sono vergognata di perpetrare un gesto così antico, fuori misura, quasi religioso. Eppure non ho avuto il coraggio di non farlo, di non chiedere scusa per questo peccato grave, che noi, dalla sponda fortunata del mondo, commettiamo senza pensiero, velocemente e per abitudine.
Ora mi accade di rado. Il pane secco finisce per diventare cibo per le galline e finisce nel ciclo vitale che abbiamo instaurato con gli avanzi. Mi resta, però, il desiderio di non sprecarlo, quindi ho provato a farne un dolce.
In Italia i dolci col pane sono spesso espressione della cultura regionale contadina, che ha inventato tutto lo scibile su quello che oggi chiamiamo figamente “zero waste“, la prima ricetta che mi viene alla mente è la torta paesana brianzola arricchita con cacao e frutta secca a guscio.
La torta che vi propongo è molto basilare, il primo approccio al sapore di un dolce di pane. Le pere e il liquore giusto (io suggerisco rum o grappa) sono il fulcro del gusto, ma davvero ci si può sbizzarrire aggiungendo ciò che abbiamo in casa: gocce di cioccolato, uvetta, cacao, amaretti, canditi.
La texture è compatta, sembra quasi mangiare un flan parisien, per questo preferisco una teglia che mi consenta di preparare un dolce che non superi i 5 cm di altezza. Taglite fette piccole e servite coi liquori per gli adulti e con una tazza di latte caldo per i piccoli. Ottima anche col tè, meglio col tè all’inglese che prevede l’uso del latte.
Le fette possono essere scaldate prima di essere servite, qualora lo gradiste.
Ingredienti:
- 2 panini raffermi o 300 gr di pane
- 250 ml di latte intero
- 100 gr di zucchero
- 100 gr di burro ammorbidito
- 100 gr di farina 00
- 2 cucchiai di grappa o rum
- 1 uovo intero
- buccia di 1 limone biologico
- 2 pere medie o 3 piccole
- pangrattato q. b.
Riducete il pane raffermo in pezzi e irroratelo col latte che avrete fatto scaldare in un pentolino.
Fate in modo che il pane assorba tutto il latte e mescolate spesso fin quando il pane non diventi una pappa molto fine, sbriciolando, qualora fosse necessario, i frammenti più grossi.
A parte montate l’uovo col burro e lo zucchero, aggiungete la scorza di limone grattugiata e il liquore. Unite il composto alla pappa di pane.
Imburrate una teglia di 24 cm di diametro (il dolce è compatto, è preferibile che sia largo piuttosto che alto), cospargetela col pangrattato e versatevi il composto. Lavate e sbucciate le pere, tagliatele a spicchi sottili e disponetele a raggiera sulla superficie. Aggiungete del pangrattato e infornate a 180 gradi per 1 ora.
Alla prossima ricetta, Liz.
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