E qualche idea per farne ritempranti bevande estive, come il Rose Prosecco

In giardino c’è una varietà di rosa molto antica, dal colore intenso rubino e dal profumo d’altri tempi, simile a quello di certe saponette che nonna custodiva nei cassetti.
Non trovo spregiativo il profumo di “saponetta” perchè spesso è legato a ricordi antichi, quando il sapone era solo solido e veniva aromatizzato coi fiori. Le rose, la lavanda, i gelsomini erano profumatori naturali, scelti non a caso per la loro intensità e piacevolezza. Il profumo, inoltre, si tramuta volentieri in sapore, anche perchè, le tendenze attuali, come la riscoperta dei saponi solidi, ci riportano ad usare nuovamente i fiori in cucina, come già veniva fatto nei tempi antichi, nelle case come nei conventi.
Questa rosa antica, dicevo, è stata tramandata da non so quante generazioni, dice mia suocera che non ne ricorda il nome. Non è una rosa moderna, solo bella e senza profumo, è una di quelle rose “vere” che profumano di rosa, e naturalmente non è trattata, come nessuna delle piante o ortaggi presenti a casa nostra.
Bene. Di questa rosa, però, siamo tutti un po’ gelosi, la pianta è piccola e i fiori sono pochi, si combatte tra il desiderio di avere un cespuglio fiorito oppure usare queste rose dal profumo portentoso per imprigionarlo tutto l’anno. All’inizio ho preso una rosa a stagione, perchè era ciò che mi serviva per aromatizzare il miele.
Se non avete mai provato il miele alla rosa, dovete farlo subito! Basta mettere alcuni petali di rosa profumata nel barattolo del miele e attendere almeno un paio di settimane prima di cominciare ad usarlo nelle bevande o nei dolci.
Poi ho cominciato a caldeggiare l’idea di fare lo sciroppo. Per farlo come si deve, vi avverto, ci vogliono molte rose, appena aperte, colte col fresco del mattino. Le rose devono essere tassativamente non trattate e i petali non devono essere lavati, altrimenti perderanno il loro aroma e il risultato finale sarà blando e fallimentare.


Sciroppo di petali di rose
Equipment
- 1 pentola medie dimensioni
- garza alimentare a maglia fine
- 3 barattoli da 200 ml
Ingredienti
- 300 gr petali di rosa non trattata e appena sbocciata
- 1 litro acqua
- 800 gr zucchero semolato bianco
- 1/2 limone piccolo
Istruzioni
- Cogliete le rose al mattino, col fresco, è il momento in cui il loro profumo è all'apice. Separate tutti i petali dal picciolo e togliete la piccola parte bianca alla base del petalo, detta "unghia".
- Portate a ebollizione l'acqua in una pentola.
- Immergete i petali col succo di limone nell'acqua bollente, chiudete subito la pentola con un coperchio e lasciate riposare per 24 ore.
- Filtrate l'estratto di rosa, avendo cura di strizzare bene i petali attraverso una garza alimentare a maglia fine
- Mescolate il liquido ottenuto con lo zucchero e portate nuovamente a ebollizione. Fate sobbollire a fiamma bassa per 30 minuti.
- Mettete lo sciroppo bollente nei barattoli ben lavati e asciutti, col tappo ben pulito e integro. Capovolgete i barattoli tappati e lasciateli raffreddare a testa in giù.
Note
Quando avrete il vostro tanto agognato sciroppo scoprirete che è molto versatile. Il mio primo esperimento è stato preparare un Rose Prosecco, ma per quanto riguarda le bevande il limite è solo la vostra fantasia perchè si può abbinare alla grande in molti cocktails, ma anche in semplici bevande dissetanti come un comune bicchier d’acqua frizzante con ghiaccio, limone e qualche foglia di menta. Si presta, inoltre, per smoothies e frullati, con pesche, anguria, fragole e ciliegie. É impareggiabile anche nelle bagne per dolci, sui gelati e per dare una sfumatura di sapore in più ad una classica panna cotta.
Per il Rose Prosecco:
Mettete un cucchiaio di sciroppo di rose nei flute, riempite con prosecco extra dry ghiacciato e se lo gradite aggiungete ghiaccio, limone, un paio di petali di rosa o un lampone maturo.
Lo sciroppo di rose è usato per la preparazione di molti dolci orientali, soprattutto indiani, ma non solo. È anche un prodotto tipico della Liguria, in particolare della Valle Scrivia. Usato e prodotto già dal ‘600, ora è presidio Slow Food.

Alla prossima ricetta, Liz.
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