Dieci anni fa mi sono trasferita in periferia, una sorta di quartiere ibrido, quasi campagna. É stato complicato adattarsi ad un certo grado di scomodità, perchè nulla è raggiungibile a piedi a parte un baretto, la parrucchiera, la chiesa, un asilo e le scuole. Non ho figli, perciò di queste ultime due opzioni non posso godere.
Ho però acquisito l’orto, il pollaio, tre arnie con le api per il miele, un giardino e diversi alberi da frutto e la primavera, d’improvviso è diventata la mia stagione del cuore, quella dei colori, dei profumo dei fiori, della vitamina D, del sole sempre più fino a tardi, del buonumore nonostante ogni tanto qualcosa non vada per il verso giusto.
É lo stesso buonumore che provavo quando andavo a stare per qualche tempo con mia nonna. Lei sì che stava in aperta campagna, tra gli ulivi, con galline, conigli, oche, tacchini, maiali, pecore e uno stormo di colombe. Era il paradiso. Ma immagino, ora che sono cosciente di qualcosa in più rispetto alla mia infanzia, che fosse anche duro occuparsi di tutte quelle cose da sola, visto che nonno ci lasciò presto. Non esiste il paradiso tout court.
Ero innamorata della primavera e dell’estate, della prima per i fiori, della seconda per i frutti. Naturalmente la prassi era uscire fuori e cogliere la frutta dagli alberi: fichi in quantità, prugne e uva. Ho avuto la mia buona dose di fortuna potendo stare a contatto con la natura, stabilendo con essa un rapporto sentimentale di rispetto, immersivo e sospeso. Lontano dal paese o dalla città, la natura dilata il tempo e rallenta i battiti cardiaci, ci allinea al suo respiro. Questo è indubbiamente un vantaggio enorme da mettere sulla bilancia qualora decideste di chiedermi se preferisco la città o la campagna
Nonna era una maestra in fatto di dolci. Le sue torte di compleanno erano sontuose e decorate con grande cura, erano sempre attese con trepidazione destando l’ammirazione di tutti. Lei lo sapeva e spesso gongolava soddisfatta!
In qualche modo porto la sua eredità, anche se la sua esperienza mi risulta talmente grande da essere difficilmente accostabile. Provo, da discepola rispettosa, a fare del mio meglio.
Un’altra cosa che ho sempre amato è il lavoro manuale. Usare le mani, impastare, dedicare attenzione ai vari passaggi per me è fondamentale e di solito non cerco scorciatoie, tanto che, nei rarissimi episodi in cui sono costretta ad imboccarle, di solito non trovo soddisfazione.
Non è stato difficile nè tedioso mettermi a lavoro con una frolla particolare, al latte condensato, e ricavare tante palline pesate con una piccola bilancia di precisione affinchè avessero tutte lo stesso peso (5 grammi per i petali e 3 per il centro). Ad un certo punto, con mio grande stupore, ho notato che in questi fiori c’era qualcosa di familiare, li avevo già visti da qualche parte.
É stata una strana sensazione, alla fine anche molto buffa, ma erano identici ai fiori Thun, il famoso marchio di oggettistica per la casa, per molti una vera e propria passione che sfocia in uno sfrenato collezionismo. Il punto è che non ho mai avuto un particolare amore per lo stile Thun e il destino mi ha giocato un bello scherzo.
Ma visto che prendermi in giro è una costante alla quale non rinuncio, ecco: i biscotti Thun!
Alcuni li ho lasciati al naturale mentre ho glassato leggermente altri: profumati, deliziosi, fragranti, bellissimi da regalare o da servire agli ospiti col tè.
Biscotti THUN
Equipment
- 1 leccarda
- carta da forno
- spianatoia
- 1 stuzzicadenti
- sbattitore elettrico
- 1 pennellino alimentare piccolo
Ingredienti
- 90 gr burro a temperatura ambiente
- 1/2 limone da cui grattugiare la scorza
- 70 gr zucchero a velo
- 30 gr latte condensato
- 150 gr farina 00
- 10 gr amido di mais
- q.b. cacao per decorare
Istruzioni
- Montate il burro con la scorza grattugiata di limone e lo zucchero a velo finchè il tutto non risulterà arioso e cremoso.
- Aggiungete il latte condensato e montate fino ad amalgamarlo completamente.
- Aggiungete la farina setacciata e l'amido di mais mescolando con un cucchiaio. Se l'impasto risultasse ancora troppo morbido per essere lavorato a mano su una spianatoia, potete aggiungere un paio di cucchiai di farina in più. Fate riposare l'impasto per almeno 20 minuti in frigo.
- Al termine del tempo previsto, spolverizzate di farina una spianantoia e versatevi l'impasto rassodato.
- Ricavate tante palline di 5 gr ciascuna e raggruppatele formando una corona, come vedete in foto.
- Avvicinate le palline e sormontatele al centro con una ulteriore pallina, unendole tutte premendo delicatamente col palmo della mano.
- Con l'aiuto di uno stuzzicadenti, o un'attrezzo per modellare la pasta di zucchero, praticate delle scanalature sui petali del fiore in corrispondenza del centro, come vedete in foto.
- Intingete un pennellino alimentare piccolo nel cacao in polvere per marcare i bordi interni dei fiori. Serve davvero poco cacao per scurire i contorni del fiore, non esagerate.
- Una volta completati i fiori metteteli a riposare in frigo per 15 minuti e scaldate il forno a 160 gradi.
- Trascorsi i 15 minuti trasferite i biscotti direttamente dal frigo al forno e fate cuocere per circa 12/15 minuti.
- Lasciate raffreddare completamente i biscotti prima di servirli al naturale oppure ricoperti da una leggera glassatura fatta di zucchero a velo allungato con poche gocce di latte.
Note
Alla prossima ricetta, Liz.
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