L’ultima frutta d’estate, abbinata ad una farina rustica, per la colazione del primo autunno.
SALTA ALLA RICETTAParte l’ultimo vagone. L’estate non è più. Io sono in questa piccola e garbata stazione fin de siecle, che per quelli della mia età si tratta sempre dell’ottocento, e saluto sventolando un fazzoletto di cotone bianco, con un vago merletto sottile, l’ultima partenza coi frutti della vecchia stagione.
Ho comprato le susine. Quelle del mio albero le ho mangiate fresche già un paio di mesi fa. É tanto. E se tanto mi da tanto, fra non molto avrò in mano mele, zucche, noci e nocciole, aggiusterò i sapori con la cannella e mi toccherà parlare di foliage. Accadrà anche quest’anno, lo so.
Abbiamo imparato a pilotare i nostri desideri culinari in base agli algoritmi, che coi bioritmi non c’entrano un cappero, eppure mi sento dire che sarebbe bene anticipare i tempi, magari fingere che faccia tanto freddo e indossare un maglione per incorniciare a dovere un dolce novembrino. Fatelo. Dal canto mio ho preso le susine per dire arrivederci, ricordando quella dolce esplosione di succo, la polpa vibrante di rosso venoso che si fa più acidula vicino al nocciolo. Volevo solo ricordare.
“Signora mia, di questo passo dove andremo a finire? Faremo l’albero di Natale subito dopo Ferragosto!”
In effetti, a ben pensarci, in Argentina o in Australia il Natale cade in estate. Immaginarci in spiaggia col prendisole, mentre appendiamo le palline sull’abete, non dovrebbe essere inconsueto.
Prendersi cura della colazione può essere un atto di micro rivoluzione.
Non so come mai, ma settembre, avvertito come “inizio” di nuovo anno, diventa l’approdo dei buoni propositi forse più di gennaio. Per me è così. Decidendo di mangiare sempre meglio e mettendo da parte il più possibile i cibi processati (il che non significa essere intransigenti in ogni attimo della propria vita), penso che sia necessario riappropriarci della cura per il cibo dalla colazione.
Spesso la colazione, soprattutto in pieno periodo lavorativo, diventa un pasto trascurabile, sbrigativo, inadeguato. Il risveglio del nostro corpo meriterebbe più rispetto.
Allora vi suggerisco di preparare la colazione alla domenica, con un dolce fatto con le vostre mani, in cui dosate a vostro piacere gli zuccheri e scegliete con cura la farina da usare.
Con questa ricetta ricaverete dodici muffin. Vi consiglio di congelarli e tirarne fuori uno, due o più (a seconda del vostro nucleo famigliare) alla sera. Al mattino li troverete perfetti per essere consumati, e vi sarete presi cura di voi badando a voi. Questa mi sembra un’ottima micro rivoluzione da compiere, poi, di seguito, deciderete se compierne altre, e alla fine godrete della soddisfazione di esservi amati.
Muffin ai cereali con susine rosse
Equipment
- 1 sbattitore elettrico
- 1 Ciotola capiente
- teglia da muffin
- 12 pirottini da muffin in silicone o di carta
Ingredienti
- 320 gr farina ai cereali misti o integrale
- 130 gr zucchero di canna
- 250 gr susine rosse sode
- 1 bustina lievito per dolci
- 100 ml latte intero
- 100 gr burro ammorbidito
- 3 uova a temperatura ambiente
Istruzioni
- Lavorate, usando una frusta elettrica, il burro ammorbidito con lo zucchero e le uova, quindi aggiungete il latte a temperatura ambiente.
- Amalgamate il tutto e unite la farina addizionata al lievito.
- Lavate, denocciolate e tagliate le susine rosse in piccoli pezzi e unitele delicatamente all’impasto con un cucchiaio.
- Versate l’impasto nei pirottini e infornate a 180 gradi per 30/40 minuti. Controllate se la cottura è ottimale immergendo uno stuzzicadenti nel centro dei muffin, se viene fuori pulito, i muffin sono pronti. Nel mio caso, i muffin sono cotti in pirottini di silicone della misura standard.
Se cercate altre ricette di muffin:
- Muffin vegani ai fichi
- Muffin carote e kumquat con uvetta al wiskey
- Muffin all’olio extravergine d’oliva con bergamotto e glassa speziata
Alla prossima ricetta, Liz.
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