Ci apprestiamo a festeggiare il Natale, e come al solito ciò che amiamo di più è l’attesa piuttosto che il giorno di Natale vero e proprio, o almeno per me è così.
É il momento in cui si consegna tutto lo spazio possibile alle ricette della tradizione regionale, di paese, di famiglia. Nelle feste comandate tutto è consegnato alle origini, all’identità, frutto forse dell’affermazione di sé che scaturisce dal riunirsi, finalmente e più persone possibile attorno alla medesima tavola.
In Calabria la tradizione di famiglia dà libera strada ai menù fissi delle feste, quelli che guai a cambiare, e poi, perché? E mentre per le strade fioccano chioschi che friggono il nostro street food per eccellenza, il culluriallu, sul dolce non c’è storia, si friggono i turdilli.
I turdilli sono dei dolci fritti tipici della tradizione natalizia, la loro forma è simile a quella degli gnocchi, leggermente più grandi. Si preparano ovunque, ma le piccole o grandi varianti sono innumerevoli, sia nella ricetta che nella forma.
In certi paesi possono essere più lunghi o più panciuti, possono contenere uova quindi diventano più gonfi e quasi sferici. Nel cosentino sono ricoperti di miele di fichi, quindi assumono un colore più scuro. In altri paesi dell’entroterra, come ad esempio Lago, si possono trovare ricoperti di glassa di zucchero all’anice o cioccolato fondente o bianco, decorati da zuccherini colorati.
La variante che vi propongo è quella più vicina alle mie origini: i turdilli di Amantea.
Amantea è un bellissimo borgo marino affacciato sul basso Tirreno cosentino, molto vicino al paese in cui sono cresciuta. Mia nonna paterna era di Amantea, e parte della tradizione culinaria antica del luogo è approdata sulle nostre tavole.
I turdilli, dicevo, hanno molte varianti: quella di Amantea non prevede uova nell’impasto né zucchero. Tutto il dolce che serve viene preso dal miele di cui vengono ricoperti.
Ma il cambiamento forte deriva dall’uso delle mandorle tostate, dal cioccolato, dalle spezie. Questa ricchezza (eccezion fatta forse per il cioccolato) tradisce le origini di un insediamento distrutto più volte dalle dominazioni crotonesi e bizantine, riformato poi dagli arabi, da cui deriva l’attuale nome della città Al-Mantiah.
Ho assaggiato diversi dolci marocchini, turchi, tunisini, e questa versione dei turdilli può a pieno diritto confondersi tra quelle piccole, dolcissime bontà.
Siamo ciò che mangiamo, le ricette della tradizione sono la nostra storia più profonda.
Se non li avete mai preparati o non conoscete questa versione, mettetevi subito all’opera e scoprirete dei dolci dalla bontà intensa e dal gusto quasi esotico.
Turdilli di Amantea
Equipment
- 1 spianatoia ampia
- 1 attrezzo per rigare gli gnocchi
- 1 padella dai bordi alti
- 1 schiumarola
- 1 padellino
- 1 Ciotola capiente
Ingredienti
- 1 bicchiere olio di oliva extra vergine
- 1 bicchiere vino rosso leggero e dolce
- 20 mandorle con la pelle tostate
- 70 gr cioccolato fondente
- 1 mandarino scorza grattugiata
- 1 cucchiaino cannella
- 2 chiodi di garofano
- 1 bicchiere farina
- 1 bicchiere semola rimacinata
- olio per friggere
- 200 gr miele millefiori
Istruzioni
- Tostate le mandorle in un padellino. Appena comincerete a sentire il profumo che si leva col calore, spegnete il fornello.
- Riunite gli ingredienti secchi (mandorle, cioccolato fondente, cannella, chiodi di garofano e scorza di mandarino) in un tritatutto.
- Azionate il tritatutto e ricavate una granella sottile, ma non tanto quanto la farina.
- In una ciotola capiente unite l'olio e il vino. Aggiungete la granella, mescolate e aggiungete la farina 0 e la semola. Formate un impasto malleabile, dalla consistenza simile alla pasta frolla. Se ritenete che l'impasto sia troppo molle, potete aggiungere ulteriore farina, poco alla volta, fino a riuscire a renderlo modellabile.
- Prendete una porzione di impasto e ricavatene un serpentone. Tagliatelo a tocchi e passatelo sull'attrezzo per rigare gli gnocchi.
- Mettete sul fuoco, a fiamma vivace, una padella dai bordi alti. Riempitela di olio di semi di arachide e portatelo a temperatura ben calda.
- Mentre attendete che si scaldi l'olio, terminate i vostri turdilli e disponeteli in attesa della frittura.
- Quando l'olio sarà ben caldo, cominciate a friggere i turdilli poco per volta, a seconda della capienza della vostra padella. Lasciate che diventino di un bel colore dorato. Devono essere ben croccanti all'esterno, ma non bruciacchiati.
- Mettete i turdilli già fritti in una ciotola con carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso.
- Ora sciogliete a bagnomaria il miele, aggiungendo un cucchiaio o due di succo di mandarino, per evitare che solidifichi troppo in fase di raffreddamento.
- Quando il miele sarà liquido, toglietelo dal bagnomaria. Eliminate la carta assorbente dalla ciotola dei turdilli e versate sui dolci il miele caldo. Rimestate con cura di modo che siano "ammelati" alla perfezione e da ogni lato.
- Versateli su un piatto da portata ancora caldi e attendete il completo raffreddamento prima di mangiarli.
Note
Alla prossima ricetta, Liz.
Nadia Bruni dice
Profumati , friabili e morbidi, una squisitezza !!!!!
Ho seguito la ricetta e … non c’è che dire, complimenti per questo dolce particolare e unico dall’aroma tipico natalizio.
Buon Natale!!!!!!!
Le Tortine dice
Grazie mille!